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piccoli spunti di riflessione sull’arte contemporanea

L’Ermitage attenua la richiesta dei dipinti.

Cultura è sinonimo di civiltà, che racchiude l’identità di un popolo vivente in pacifica reciprocità nel rispetto dei popoli confinanti.

“Ogni opera presente in una mostra viene centellinata” (cit. del direttore del Polo museale Gallerie d’Italia) Piraina – con un significato intrinseco che viene radiato nel contesto espositivo di fondamentale importanza inserendosi in un percorso costruito ad hoc elaborato a distanza di tempo. Ebbene la guerra non esenta ne risparmia neanche l’arte. La notizia delle ultime settimane che la Russia ha preteso la restituzione immediata entro il mese di marzo, di due opere prestate dal museo Ermitage a le Gallerie d’Italia e a Palazzo Reale di Milano è agghiacciante ma non può essere evasa. Se la mostra del Gran Tour ormai giunta quasi al termine che accoglie ben 23 opere di proprietà russa, in quanto allestita in collaborazione proprio con l’ Ermitage, per celebrare il periodo aureo del neoclassicismo italiano che vide i rampolli delle giovani famiglie europee visitare i più importanti luoghi di cultura italiani nella visione dei rapporti altresì commerciali e sociali, si tratterà di disinstallare una settimana prima della chiusura definitiva. Ben più dolente è la nota riguardante Palazzo Reale, che vede due tele di Tiziano nell’emblematica figura femminile che si “incarna” nei suoi oli a testimonianza di come andasse abbigliata la donna nella cultura artistica veneziana cinquecentesca.
Fortunatamente è di pochi giorni la notizia che il direttore del Museo Ermitage Michail Piotrovsky, ha tuttavia concesso ai Musei italiani di potere prorogare ancora per altri giorni la restituzione delle opere.
Come già suggerito dal direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina, la sconfitta della cultura nella sua accezione più ampia non può essere indifferente, a causa dell’ostilità quasi imperturbata della Russia, tuonando che la cultura dovrebbe essere messa al riparo da simili avvenimenti anche se inevitabilmente contingenti. Concordemente con quanto testé dichiarato, anch’io penso che la parola cultura è vicina alla parola pace, così come afferma Piraina, datosi che al termine delle ostilità belliche, fanno seguito proprio le relazioni diplomatiche, alle quali si accede grazie alla conoscenza, al dialogo e alle reciprocità culturali. E purtroppo questi sembrano essere le ultime settimane per potere godere della visione di queste due opere, giorni che ci ricorderanno quanto sta accadendo e come spesso accade, hanno finito per intaccare l’arte che seppur incondizionata nella sua espressione creativa, non è avulsa da qualsivoglia azione sociale.