piccoli spunti di riflessione sull’arte contemporanea
Rincorrere il progresso tecnologico informatico non vuol dire rinnegare l’ essenza umana sino a disconoscere o addirittura boigottare l’antropomorfismo che caratterizzò l’umanesimo, fulcro della vita storico artistico e tecno scientifica sino ad oggi. Alla Biennale incontreremo “umani o umanoidi”?
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È proprio vero, stiamo vivendo un’epoca per certi versi oscurantista, di omologazione, in quanto assistiamo sempre di più ad una sfrenata voglia di conformismo sociale a tutte quelle forme del “politicamente corretto”. Neanche l’ arte a quanto pare ( espressione più autentica della società) ne è stata risparmiata. Se l’intento della curatrice alla Biennale, Cecilia Alemani, e’ quello di dare spazio, il giusto riconoscimento al mondo femminile nel protagonismo di artiste sulla consueta partecipazione maschile, è altrettanto vero, che, Ella vuole farlo sul motto della”cancel culture”, boigottando l’universalità dell’uomo rinascimentale. A mio avviso concordemente all’autore dell’articolo su tutti i fronti, aggiungerei una sorta di ruffianagine da parte della curatrice, neanche troppo celata, a tutti quei ” baluardi” del nuovo millennio, supremazia della tecnologia sull uomo – natura, e oramai talmente speculati, e concentrati niente poco di meno sul leitmotiv del libro della Leonora Carrington, “Il Libro dei sogni”.
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All’insegna della reinvenzione della realtà in cui è concessa una trasformazione totale tra uomini animali e vegetali, la Alemani inventa un “copione” poco originale e fin troppo inflazionato in nome di ciò che oggi sono diventati gli stereotipi della società attuale: condivisione che diventa commistione, immersione in un mondo fantasticamente simbiotico. Tre le aree tematiche: la rappresentazione dei corpi e le loro metamorfosi; la relazione tra gli individui e le tecnologie; i legami che si intrecciano tra i corpi e la Terra. Se sembra apparentemente innovativa la doppia tematica tra tecnologia e post umanesimo, più rivisitata appare la relazione tra uomo e natura. Il post umanesimo, che probabilmente ci vede protagonisti in questo momento storico, qui ricercato e per altro auspicato in questi tre aspetti dalla Alemani, non può essere paragonato al mondo degli attuali “sopravvissuti”alla emergenza sanitaria, così come pretenderebbe il ” racconto artistico” di ciò che stiamo vivendo, ma esula da tale concezione fino a sfiorare argomenti di indubbia speculazione scientifica nella visione dell’obbedienza al politicamente corretto, nell’altresì visione di creature ibride e assolutamente fantastiche a dispetto dell’universalità di quell’ uomo vitruviano che ha suggellato l’arte di tutti i tempi e che si vuole sostituire a tutti i costi con qualcos’altro. Insomma una sorta di patentino della “neutralità carbonica” è il requisito richiesto dalla curatrice, come sottolinea lo stesso Angelo Crespi, in una sua intervista, affinché la sinistra radical chic del nostro decennale governo si compiaccia nell’ allungare i suoi tentacoli sull’evento artistico più ambito.
In conclusione risuona come un monito l’avviso di prendere le distanze da certi luoghi comuni, per stare al passo con i tempi, col progresso tecnologico, informatico, biologico, infatti, non vuol dire rinnegare le nostre radici, persino nell’arte, e soprattutto il mondo da cui proveniamo che ci ha visto nascere e crescere culturalmente donandoci una propria identità come uomini e non come essere ibridi.
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Nella concezione moderna l’uomo si pone davanti a una civiltà che ha prodotto un peggioramento a una condizione in cui l’individuo si trova a vivere…esponendosi a una maggiore solitudine e pressione psicologica sotto la quale è facile scivolare nell’isolamento e dunque nell’alienazione.
Questa denuncia della condizione dell’uomo moderno alienato , in quanto impotente di fronte alle cose che lo sovrastano e messo nell’impossibilità di capire le leggi dei meccanismi che lo governano, riduce quindi l’uomo a una specie di nevrosi esistenziale.
L’intelligenza artificiale rischia di sostituire l’uomo , un progresso
pericoloso che determinerà la fine dell’età dell’uomo ….tutto questo ci invita a riflettere sul destino dell’umanità….