piccoli spunti di riflessione sull’arte contemporanea
La spigolatrice di Sapri versione sexy?!?
giù le mani “chiacchierate” dalle opere d’arte! Lodi alle sculture di Emanuele Stifano, stimato maestro dell’Accademia del Cilento – presieduta da Cesare Siboni.
È proprio vero, il finto perbenismo e il politically correct, ormai hanno preso il sopravvento.
Indubbiamente bella la nuova spigolatrice di Sapri nella sua realizzazione e nelle sue forme. Tanta anche troppa polemica attorno, ma io colgo il lato positivo, che credo, in fondo, sia anche l’intento dello scultore, e cioè quello di far parlare, di fare conoscere amche alle nuove generazioni la poesia alla quale è ispirata questa statua e soprattutto quello di generare riflessioni e approfondimenti.
Sicuramente la bravura dell’artista è indiscutibile. Ritengo che non ci sia nulla di scandaloso sulle fattezze del soggetto rappresentato, semmai potrei nutrire dei dubbi su come una spigolatrice potesse essere abbigliata per svolgere le sue mansioni. Sinceramente non posso sapere cosa avesse in mente l’artista durante il suo lavoro, la sua idea. Si è aperto un dibattito, nessuno però si è premurato di chiedere all’artista cosa provasse, l’idea che gli ha permesso di plasmare la materia e renderla ciò che è diventata.
Da profana dell’arte, l’opera non mi disturba, né mi indigna, anzi mi incuriosisce e cattura la mia attenzione, stimolando personali riflessioni. Finalmente qualcosa di bello e armonioso da guardare!
Trovo veramente interessante l’intervento della Dott.ssa Oddo. La nudità femminile è di per sé eccelsa espressione d’arte. Nella spigolatrice di Stifano la bellezza femminea viene celebrata con semplicità, la semplicità di una giovane donna che viene sopraffatta dalla storia, da eventi più grandi di lei. Una mano è sul petto, a sorreggere il dolore per la perdita di quell’eroe, comparso dal mare, che l’aveva ammaliata. Comprime con la sua mano il petto, come a voler trattenere il sentimento e la passione che l’avevano travolta. L’altra mano, sfiora il corpo, aperta, rassegnata, come a lasciare andare ciò che per un periodo era stato un sogno rivoluzionario, un ideale di uomo forte e coraggioso. Il suo opposto, donna semplice, come l’abito che indossa, dal quale traspare però la grande forza della sua femminilità, che non è soltanto sensualità ma è anche immagine di florida prosperità. La stessa fertilità di quei campi in cui spigolava, la stessa semplicità della terra, che poco si intende di storia ma resta lì, perenne, accogliente e generosa, comunque vada…