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piccoli spunti di riflessione sull’arte contemporanea

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Non è uno scandalo, la censura del David, in effetti, è un clamoroso scandalo! Senza innescare nessuna polemica tra “addetti ai lavori”, è opportuno innanzitutto non eccedere nell’apologia della propria opinione, ricorrendo a frasi poco consone nel rispetto della professionalità dei colleghi che la pensano in modo totalmente opposto. Clamoroso, risulta nel nuovo millennio, che a distanza di ben 5 secoli il divino Michelangelo sia ancora ” vittima” della censura. Stavolta il Braghettone di turno, è un escamotage tecnico strutturale a fare da paravento alle nudità di una copia 3d del David. A fare denuncia di questa evidenza è ancora lui lo stimatissimo Vittorio Sgarbi, che senza peli sulla lingua, irrompe nella totale sottomissione del nostro paese, al mondo arabo.

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Se il critico Nannipieri, sostiene che sia un atteggiamento quello adottato dall’Italia puramente diplomatico, in osservanza ai rapporti politico economici e di attuale e completa dominazione orientale nei confronti dell’Europa, è altrettanto vero che, a mio avviso, questa condotta non può giustificare la mortificazione del patrimonio artistico, “nato” in un determinato contesto, e al giorno d’oggi volutamente “oscurato” per compiacenza ideologica. Lo trovo alquanto inappropriato e scorretto, alla stessa stregua, delle “accortezze” prese dagli italiani di “coprire” alcune sculture durante la visita del presidente iraniano ai Musei Capitolini. Si tratta del segno distintivo del nostro popolo, che ahimè non si è mai più veramente riscattato dopo la caduta di Roma, da conquistatori che eravamo, a conquistati nei secoli dei secoli. Quindi non è la mancanza di lettura degli eventi nella loro complessità, come impropriamente sostiene il buon Nannipieri, subordinando l’arte all’ideologia. Ma è piuttosto l’arte che è manifestazione dell’identità di un popolo, che tuttavia, esiste come protagonista nella storia classica, medievale moderna e contemporanea riflettendo gli aspetti socioeconomici del tempo che ne hanno decretato la nascita in tutti i manufatti del nostro invidiato e immenso patrimonio storico artistico.

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E allora, con molto sarcasmo perché non prostrarsi con il gesto della proschinesi agli arabi? Se quest’ultimi, ospiti nella nostra terra pretendono la rimozione del crocifisso da un’aula scolastica, calpestando l’origine della cultura europea, perché noi dobbiamo nascondere la nudità divenuta uno status symbol mondiale per antonomasia, una rivoluzione copernicana che vede l’ uomo al centro dell’universo, assurto tra l’altro, in questo caso, come protagonista del progresso tecnologico che si celebra all’universale? Ergastolare l’arte in nome di una compiacenza politica ipocrita e ruffiana, è piu squallido e improponibile di questa proposta di lettura complessa, che non fa altro che relegare l’episodio al fallimento della civiltà occidentale.
Se poi l arte, come tutti i fenomeni sociali, è il riflesso della società in questo caso, succube del nostro tempo, che la rappresentino pure, con un manufatto ex novo, coevo che rispecchia le debolezze politiche e sociali dell’oggi e non umiliando il patrimonio artistico del passato.

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Voglio dire a questo signore, con tutto rispetto, che, prima di additare e giudicare il cervello altrui, faccia una sana analisi della situazione. In effetti la prima disciplina che i nostri “addetti ai lavori”, studiano per diventare in primo luogo docenti di storia dell’arte è proprio la storia della critica d’ arte, di cui oggi tutti vantano una conoscenza che all’atto pratico risulta inveritiera e piuttosto miope, rammentando che il primo atto di critica è quello di colui che salvaguarda, tutela, valorizza l autenticità del bene culturale, ovvero l espressione di tutti i manufatti o cose mobili e immobili di interesse storico artistico, archeologico, etnoantropologico, testimonianza dell’identità e quindi avente valore di civiltà quella civiltà di cui siamo orgogliosamente fieri, e vogliono a tutti costi estirparci.

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3 commenti
  1. Avatar
    nicoletta valler dice:

    Un’ umiliazione impossibile da accettare…poichè l’arte italiana vanta una storia che ha secoli di vita..
    Dobbiamo difendere la nostra cultura e la nostra religione

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